Il 25 novembre è la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Quello della violenza purtroppo è un fenomeno che non si ferma, anzi i dati sono allarmanti: dall’inizio dell’anno, secondo i dati del Viminale, in Italia sono stati commessi 285 omicidi. Le donne sono103: 82 uccise all’interno del contesto familiare o affettivo, di queste 53 sono vittime di femminicidio per mano di partner o ex partner. 

Nella nostra provincia di Mantova, nel primo semestre, sono state 230 le donne vittime di violenza, ed è stato purtroppo registrato un femminicidio che ha sconvolto la nostra comunità di Castiglione: l’uccisione di Yana, avvenuta a gennaio.

Quello della violenza di genere è un argomento molto ampio, comprende la violenza fisica, economica, sessuale; ma noi vorremmo soffermarci su un tipo di violenza di cui si sente parlare poco a causa della difficoltà nel dimostrarla: la violenza psicologica. Può essere definita come la prima forma di violenza che si manifesta all’interno di una relazione violenta. Essa non lascia segni visibili sulla pelle, ma comporta profonde cicatrici nell’anima e tante conseguenze a livello psicologico.

Sono state individuate  delle categorie di comportamento che la caratterizzano:

  • Attacchi verbali, come derisione e molestia verbale per far credere alla donna di essere senza valore e per tenerla sotto controllo;
  • Isolamento, cioè allontanarla dalla rete sociale di supporto o impedirle di avere accesso alle risorse economiche per limitare la sua indipendenza;
  • Estrema gelosia ed ossessività, cioè controllo sul comportamento, accuse ripetute di infedeltà e controllo sulle sue frequentazioni;
  • Minacce verbali di abuso, aggressione o tortura dirette alla donna e alla famiglia, ai figli o agli amici;
  • Minacce ripetute di abbandono, divorzio, inizio di una nuova relazione se la donna non soddisfa determinate richieste;
  • Danneggiamento o distruzione degli oggetti di proprietà della donna.
  • “O sei mia o di nessun altro”;
  • “Sei poco femminile”;
  • “Se mi lasci mi uccido”;
  • “Ti trucchi solo quando sei con me”;
  • “Non puoi uscire vestita così”;
  • “Non puoi andare in discoteca”;
  • “Non puoi avere amici maschi”;
  • “Non ne saresti in grado”;
  • “Non puoi uscire senza di me”;
  • “Senza di me non vali niente”;
  • “Sei inutile”;

Il gaslighting è una forma di violenza psicologica messa in atto per minare la stabilità mentale della vittima cosicché essa mette in dubbio la sua percezione della realtà e comincia a dubitare di se stessa e della sua sanità mentale. 

Espressioni tipiche sono:

  • “O sei mia o di nessun altro”;
  • “Sei poco femminile”;
  • “Se mi lasci mi uccido”;
  • “Non puoi uscire vestita così”;
  • “Ti trucchi solo quando sei con me”;
  • “Non puoi andare in discoteca”;
  • “Non puoi avere amici maschi”;
  • “Non ne saresti in grado”;
  • “Non puoi uscire senza di me”;
  • “Senza di me non vali niente”;
  • “Sei inutile”;

Queste sono solo alcune delle frasi che almeno una volta nella vita noi donne abbiamo sentito in una relazione, frasi denigranti e manipolatorie che spesso non ci rendiamo conto essere tali. 

Con il passare del tempo ci convinciamo che ciò che ci viene detto sia vero e diventeremo sempre più insicure e dipendenti dal compagno. L’obiettivo dell’uomo è quello di mantenere il pieno controllo.

Essere una donna in Italia nel 2023 significa avere paura. Fa paura uscire la sera da sole, con il costante pensiero che magari qualcuno ci segua o ci voglia fare del male; fa paura vestirsi con qualche scollatura o con un vestito corto; fa paura sorridere, sia mai che qualcuno interpreti male un gesto così innocente; fa paura andare in discoteca da sole con le amiche perché i no di una donna non vengono presi troppo sul serio rispetto a quelli di un uomo; fa paura essere forti e indipendenti; fa paura essere Donna.

Fin da piccoli ci viene inculcato, molto spesso, già nelle scuole e nelle famiglie, un modello da seguire prettamente femminile o maschile. Le femmine sono più deboli dei maschi, devono essere principalmente sensibili e aggraziate, giocano con le bambole e amano il rosa. E i maschi? Bhè loro non possono assolutamente piangere, altrimenti diventerebbero di colpo il sesso debole, devono giocare con macchinine e trenini, e come colore rappresentativo hanno l’azzurro. Ma chi ha davvero imposto queste regole che dopo generazioni continuiamo così assiduamente a seguire? Queste regole assurde che ci fanno credere che l’uomo abbia più potere di noi quando dovremmo essere tutti sullo stesso piano?

Perché ci sono così tanti femminicidi? Perché alcuni uomini pensano di poter avere l’assoluto controllo sulla figura della donna? Perché siamo cresciuti in una società, in un contesto dove siamo state sempre abituate a doverci far valere, dove i bambini maschi non ti facevano giocare con loro perché eri troppo debole o poco veloce, e crescendo questo pensiero si è inculcato sempre di più nella mente di noi tutti, provocando una disparità di genere ancora maggiore.

Agli uomini, ai ragazzi, vorremmo chiedere: non è disgustoso sentire ogni giorno ai notiziari di omicidi di donne da parte di uomini magari della vostra età? Non vi nausea il sapere che alcuni individui del vostro genere vi stiano facendo passare come se foste tutti dei mostri? Dire “io sono un uomo per bene, io non farei niente di simile quindi io non c’entro niente” non risolverà la situazione, anzi la incrementerà portando ogni donna a temervi. Non è forse ora di agire e di smetterla di fare finta di nulla

Abbiamo chiesto ad un giovane ragazzo di ventiquattro anni cosa pensa riguardo le notizie di femminicidi e violenze sempre più frequenti; cosa prova nel sapere che ora le donne avranno timore anche di uomini per bene: “In quanto uomo sostengo che il femminicidio sia una ferita aperta nella nostra società che richiede un intervento immediato e continuo. Solo attraverso un impegno congiunto per promuovere l’uguaglianza di genere, sensibilizzare l’opinione pubblica e rafforzare le leggi e la giustizia possiamo sperare di sradicare questa forma inaccettabile di violenza. Provo un profondo disagio nel comprendere che questa situazione cambierà la fiducia delle donne nei nostri confronti. Anche senza volerlo, dopo tutti questi femminicidi, vuoi o non vuoi il pregiudizio c’è. Ci riguarda eccome”.

Pensate ancora che il femminicidio sia solo un problema delle donne?

Insegniamo anche alle ragazze, alle donne, quando capire che una relazione sta diventando tossica, insegniamo loro che tutte noi abbiamo diritto ad essere trattate alla pari e con rispetto, e che meritiamo di essere amate. Non facciamo finta di nulla pensando che siano cose normali o piccolezze che possono capitare. 

Chi ti ama e ti rispetta non ti umilia, non ti disprezza e non ti uccide.

È fondamentale che ogni cittadino faccia la sua parte, denunciando qualsiasi forma di violenza di cui è testimone diretto o indiretto. Basta poco per aiutare e sostenere chi si trova in difficoltà, non siamo soli, ci si può rivolgere alle Forze dell’Ordine, al Pronto Soccorso o si può chiamare il 1522.